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Vincenzo Pipino

Memorie di un ladro filosofo

Quando il furto diventa un'arte
Prezzo scontato: € 7,95
Prezzo di copertina: € 15,90
Data di pubblicazione: 2015
Pagine: 216
ISBN: 9788898600106
  • Description

Ladro filosofo, Fantomas della laguna, Sindacalista delle carceri, Re dei ladri, i soprannomi si sprecano per Vincenzo Pipino, che ha il vezzo di farsi chiamare “ladro gentiluomo” e può vantare nel suo curriculum ricco di imprese avventurose di aver portato a segno il primo e unico colpo a Palazzo Ducale di Venezia ma anche di aver messo le mani – due volte – sulla galleria privata di Peggy Guggenheim. Senza dimenticare il famoso furto del Canaletto in casa Falck, alle Zattere. La sua recente carriera di scrittore si deve almeno in parte a Toni Negri. Pare sia stato proprio il filosofo padovano a indirizzarlo verso la scrittura: «Sono rimasto affascinato dalla sua saggezza», ha dichiarato più volte. Risulta infatti impossibile rimanere indifferenti davanti alla ironia dissacrante e capacità innata di affabulare di Pipino. E si rimane ovviamente rapiti anche dal tema dei sui scritti: furti, fughe, notti brave, episodi sepolti nella memoria popolare e nei segreti del vecchio milieu malavitoso, spesso ai limiti dell’incredibile.

Il suo primo libro Rubare ai ricchi non è peccato, ha fatto molto dicutere ottenendo critiche. Pipino torna ora con altri ricordi sulle sue imprese veneziane e sulle ricche capitali europee. Una narrazione a volte tragica, a volte ironica, mai banale, che dietro a un apparente distacco finisce spesso per porre con forza lo sguardo sulle ineguaglianze della nostra società, tra ricchezze incalcolabili e povertà estrema.

 

Vincenzo Pipino è nato a Venezia nel luglio del 1943. Conosciuto in tutta Europa come il “ladro filosofo”, ha compiuto furti clamorosi e leggendari nei più importanti palazzi veneziani e nelle più ricche gioiellerie europee, sempre senza armi o violenza. Il film I sette uomini d’oro, un classico del genere crime anni sessanta, è ispirato alle sue imprese.

Il suo primo libro, uscito nel 2010, si intitola programmaticamente Rubare ai ricchi non è peccato (Biblioteca dell’Immagine).

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